C’è dell’altro da dire a proposito dell’oppio afgano e del perché sia tanto importante. Il narcotraffico costituisce oggi uno strumento della politica estera statunitense proprio come lo era stato a suo tempo per la Gran Bretagna, la quale a sua volta sostiene gli interessi finanziari di Wall Street. Se si esaminano le statistiche ufficiali dell’FMI, se ne deduce che il riciclaggio di denaro costituisce una fetta significativa dell’economia globale.
Il riciclaggio di denaro assume un ruolo decisivo nel sostenere i settori finanziari delle economie dell’America del Nord e dell’Europa occidentale.
Non a caso César Gaviria Trujillo, già presidente della Colombia nonché ex segretario generale dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), quando gli venne chiesto del ruolo di Washington nella prevenzione dei meccanismi del riciclaggio di denaro ricavato dal narcotraffico rispose che «[s]e i colombiani sono il pesce grosso del narcotraffico allora gli statunitensi sono la balena». Si calcola che il 91% dei miliardi di dollari spesi nell’acquisto di partite di cocaina sia depositato proprio nelle banche statunitensi e che contribuisca a far accumulare valuta forte da iniettare poi nelle economie di USA e Canada.
In passato si arrivò a stimare che le principali banche statunitensi riciclassero sul mercato interno una cifra pari a 100 miliardi (sempre in dollari statunitensi) all’anno. Si può realizzare quanto sia effettivamente esteso il riciclaggio dei proventi del narcotraffico quando si considera che in pratica ogni singola banconota da un dollaro in circolazione sul mercato interno statunitense contiene letteralmente “tracce microscopiche” di cocaina. Si badi bene, questa non è affatto una leggenda metropolitana, ma un fatto assodato ammesso da scienziati, esperti forensi e anche dall’FBI, a indicare l’impiego su vasta scala del contante come strumento con cui pagare le dosi di stupefacenti
L’Afghanistan rappresenta il punto di partenza di un corridoio di passaggio di grande importanza nell’ambito del mercato nero e delle vie della droga nell’Eurasia; altri centri in questa speciale mappa sono l’Albania e la provincia serba del Kosovo.
L’amministrazione diretta dell’Afghanistan da parte di Stati Uniti e NATO ha contribuito a portare il narcotraffico del continente eurasiatico con i relativi centri di smistamento sotto il controllo di Wall Street, andando in questo modo a chiudere perfettamente un cerchio formato da traffico di stupefacenti, riciclaggio di capitali e contrabbando illegale di armi. All’interno di questa via della droga che attraversa l’Eurasia si registra un flusso in due direzioni: la droga esce, le armi entrano.
A livello geopolitico, il maggior beneficiario di tale processo è l’Alleanza atlantica, mentre sul piano finanziario è Wall Street a trarre la gran parte dei vantaggi portati da questo fenomeno criminale e dal conflitto bellico.
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