Dal '79 con l'installazione degli euromissili, la NATO assume il ruolo di poliziotto internazionale. La scelta di installare i cruise a Comiso (sud della sicilia) invece che in Friuli (dislocazione startegicamente più logica, poichè la minaccia sovietica proviene da est), testimonia questa svolta. Poichè i cruise di Cosimo possono minacciare solo le basi sovietiche sul Mar Nero e la Quinta squadra navale sovietica, è evidente che l'obiettivo di queste armi è anche un altro: il nord Africa e il vicino Oriente. L'Europa accoglie le nuove esigenze statunitensi: rafforzare il fianco sud della NATO, con l'ulteriore militarizzazione dell'Italia meridionale, la Spagna, la Grecia e soprattutto la Turchia.
Ma gli alleati europei sono convinti anche ad intraprendere avventure militari "fuori area", cioè oltre i confini che la NATO dovrebbe difendere. Queste operazioni sono progressivamente più aggressive: Libano '82, Mar Rosso '84, Golfo Persico '87, Irak '91. Oltre a ciò gli USA conducono operazioni "unilaterali": Grenada '83, Libia '86, Panama '90. I paesi europei iniziano a dotarsi di "Forze di rapido intervento" (FIR). La "Nuova NATO", che è stata celebrata a roma nel 1991, si basa sull'integrazione di queste nuove armate, sotto un unico comando NaTO, gestito da un ufficiale inglese.
Questa decisione, oltre a premiare gli alleati che si sono dimostrati più "allineati" con gli USA, tende a creare un esercito sempre più professionalizzazto, sulla cui realizzazione, dopo la guerra del Golfo, si sono orientati anche molti settori politici italiani. La professionalizzazione delle FFAA è ritenuta indispensabile per poter gestire i nuovi sistemi d'arma, di comunicazione e di informazione e l'avventura irakena è stata la grande e sanguinosa prova generale per le guerre future, che saranno combattute contro tutti quei paesi e popoli del sud del mondo, che oseranno pretestare o peggio minacciare gli interessi della potente "alleanza occidentale".
L'Italia, malgrado l'articolo 11 della Costituzione, si integra alle dottrine militari nato e, su "consiglio" USA: militarizza ulteriormente il proprio territorio; si dota di armamenti sempre più aggressivi; avvia la ristrutturazione delle FFAA, aumenta i Bilanci della Difesa.
Ma gli interessi di un Europa veramente "autonoma" (alleanza militare franco-tedesca), dopo il 1992, e la necessità di avviare una politica di reale cooperazione internazionale, che dia al sud del mondo la possibilità di uscire dal sottosviluppo e dallo sfruttamento, contrastano apertamente con il "progetto Grande Area", che gli USA ultimamente stentano a controllare per la forte concorrenza economica di Germania e Giappone.
Si preparano così nuovi scenari di assai difficile interpretazione anche per gli esperti di strategia, ma una cosa è certa: la guerra, anche se Bush, Gorbaciov e Eltsin tolgono missili nucleari ormai inutili, è tutt'altro che una prospettiva lontana; la tragedia della ex Jugoslavia lo dimostra.
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