30.12.2014 09:42
Il 2014, per Washington e la sua Alleanza trasatlantica, rischiava di essere un anno nero soprattutto in due scenari: una Europa senza guerre dove, nonostante l'allargamento della Nato ad est, si stavano rafforzando i rapporti economici e politici tra Ue e Russia e quasi tutti gli alleati erano restii ad aumentare la spesa militare al livello richiesto dal Pentagono; un Medio Oriente dove stava fallendo la guerra Usa/Nato in Siria e l'Iraq si stava distanziando dagli Usa avvicinandosi a Cina e Russia, la cui alleanza è sempre più temuta dalla Casa Bianca. si avvertiva a Washington, sempre più pressante, l'esigenza di trovare una <<nuova missione>> per la Nato. Che puntualmente è stata trovata. Il putsch di piazza Maindan, a lungo preparato addestrando anche forze neonaziste ucraine, ha riportato l'Europa a una situazione analoga a quella della guerra fredda, provocando un nuovo confronto con la Russia. L'offensiva dell'Isis, a lungo preparata finanziando e armando gruppi islamici (alcuni dei quali prima definiti terroristi) fin dalla guerra con la Jugoslavia e quella contro la Libia, ha permesso alle forze Usa/Nato di intervenire in Medio Oriente per demolire non l'Isis ma la Siria e per rioccupare l'Iraq. La <<nuova missione>> Nato è stata ufficializzata dal Summit di settembre nel Galles, varando il <<Readiness Action Plan>> il cui scopo ufficiale è quello di <<rispondere rapidamente e fermamente alle nuove sfide alla sicurezza>>, attribuite alla <<aggressione militare della Russia contro l'Ucraina>> e alla <<crescita dell'estremismo e della conflittualità settaria in Medio oriente e Nord Africa>>. Il piano viene definito dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, <<il più grosso rafforzamento della nostra difesa collettiva dalla fine della guerra fredda>>.. Come inizio, in appena tre mesi la Nato ha quadruplicato i cacciabombardieri, a duplice capacità convenzionale e nucleare, schierati nella regione baltica (un tempo parte dell'Urss); ha inviato aeri radar Awacs sull'Europa orientale e accresciuto il numero di navi da guerra nel mar baltico, Mar Nero e Mediterraneo; ha dispiegato in Polonia, Estonia, lettonia e lituania forze terrestri statunitensi (comprese unità corazzate pesanti), britanniche e tedesche; ha intensificato le esercitazioni congiunte in Polonia e nei paesi baltici, portandole nel corso dell'anno a oltre 200. Sempre in base al <<Readiness action Plan>>, è stato avviato il potenziamento della <<Forza di risposta della Nato>> costituendo <<pacchetti>> di unità terrestri, aeree e navali in grado di essere proiettate rapidamente in Europa orientale, Medio Oriente, Asia centrale (compreso l'Afghanistan dove la nato resta con le sue forze speciali), africa e altre regioni. In tale quadro sarà formata una nuova <<Task forcecongiunta ad altissima prontezza>>, capace di essere <<dispiegata in pochi giorni, in particolare alla periferia del territorio Nato>>. Contemporaneamente è stato aperto a Riga (Lettonia) il <<Centro di eccellenza di comunicazioni strategiche Nato>>, incaricato di condurre la nuova guerra fredda contro la Russia con vari strumenti, tra cui <<operazioni informative e psicologiche>>. Secondo l'accordo firmato il 1° luglio presso il Comando alleato per la trasformazione (Norfolk, virginia), fa parte del centro di eccellenza per la nuova guerra fredda anche l'Italia, con Gran Bretagna, Germania, Polonia e le tre repubbliche baltiche. In tal modo l'Italia ela Ue contribuiscono ad aprire la <<nuova era di dialogo con Mosca>> annu8nciata da Federeca Mogherini, alto rappresentante per la politica estera della Ue.