La guerra in Ucraina spacca la Nato [Simone Pieranni - il manifesto]
Le ultime vittime della guerra ucraina, hanno scosso tutta la comunità internazionale. Non si può ancora sostenere siano stati compiuti passaggi decisivi per la pace, o quanto meno per un cessate il fuoco che consenta il salvataggio dei civili nelle zone ancora sottoposte al fuoco incrociato dell'esercito di Kiev e dei ribelli, ma da un punto di vista tattico, qualcosa di sicuro è cambiato.
Se prima l'asse formato da Nato-Usa ed Europa si reggeva sull'assenso dei paesi europei alle sanzioni e in favore dell'isolamento della Russia, quando si è incominciato a parlare di invio di armi a Kiev, sono venute fuori, finalmente, differenze importanti tra i paesi della Vecchia Europa (a differenza della Nuova Europa, guidata dalla Polonia e decisamente favorevole ad un intervento più determinato dell'Alleanza atlantica) e Stati Uniti. E per la prima volta dall'inizio della guerra, il pallino sembrava essere nelle mani dei paesi europei. Il gioco delle alleanze potrebbe così scomporsi e ricomporsi: Nato e Usa accanto a Kiev, benchè ieri Kerry - a Kiev, salvo poi volare in Germania - abbia frenato, rispetto all'invio di armi.
l'Alleanza atlantica ha aumentato la forza di intervento rapido da 13mila a 30mila uomini, come deterrente principale contro la Russia di Putin. Francia e Germania, invece, di fronte alla possibilità di mandare aiuti militari a Kiev, non sono certo diventati alleati di Putin (per quanto la storia commerciale tra i tre paesi sfoggi interessi comuni economici non da poco), ma hanno tratteggiato una chiara linea di demarcazione rispetto a Washington.
La Germania a fatto sapere di considerare l'ipotesi di fornire armi all'Ucraina <<il passo sbagliato>